I baobab sono un simbolo indiscusso della biodiversità unica del Madagascar e dei suoi endemismi. Delle otto specie di baobab esistenti al mondo, sei crescono infatti solamente in Madagascar, mentre le altre due (il baobab africano Adansonia digitata e quello australiano Adansonia Gregorii) si ritiene abbiano avuto origine da baccelli che 10 milioni di anni fa lasciarono le coste malgasce e, sopravvissuti all’attraversamento degli oceani, attecchirono nell’Africa continentale e in Australia. La terra natia di questi maestosi alberi è insomma il Madagascar, dove oltre alle sei specie endemiche si può osservare anche la specie africana, introdotta dai mercanti arabi e utilizzata per le alberature stradali di varie città, come Antsiranana (Diego Suarez) e Mahajanga.

 

Protagonisti di molte credenze, i baobab sono considerati sacri in molti Paesi africani e il loro taglio è ritenuto un sacrilegio. Una leggenda narra che gli dei, invidiosi della bellezza e maestosità dei baobab, abbiano tentato di offuscarne lo splendore mettendoli a testa in giù, con le radici per aria. In molte aree del Madagascar i baobab sono venerati come fady e si crede che siano dimora degli spiriti degli antenati. Alcuni vetusti esemplari sono oggetto di venerazione, omaggiati di offerte votive ai loro piedi, come ciotole di cereali e talora anche rum. Attenzione dunque alle fotografie, chiedete il permesso prima di scattare! Il nutrito insieme di storie che ruotano attorno ai baobab dipende probabilmente dai molteplici usi che le popolazioni africane hanno sempre fatto di questi alberi: del baobab non si butta niente per antonomasia! La polpa del frutto fresco possiede alti contenuti di vitamine C e B1, magnesio e calcio e viene utilizzata per l’alimentazione umana, dei bambini in particolare, e animale. Con le foglie, ricche di proteine e minerali, si preparano tisane utili a combattere la malaria. I semi tostati possono essere usati per un caffè alternativo, per ricavare olio ad uso alimentare e per fabbricare saponi. Dalla corteccia si ottengono fibre per l’intreccio di cordami e materiali da costruzione o per la raccolta dell’acqua piovana. La rimozione della corteccia non causa danni ai baobab che hanno la rara abilità di rigenerarla.

 

Lungi da noi annoiarvi con un trattato di botanica, vogliamo comunque presentarvi le caratteristiche generali di questi affascinanti alberi e qualche particolarità delle specie locali. Nell’immaginario collettivo i baobab sono piante di dimensioni imponenti che possono raggiungere i 30 metri di circonferenza. Le ragioni di un simile accrescimento dipendono soprattutto dalla capacità del legno poroso dei baobab di assorbire l’acqua a mo’ di spugna, in risposta all’ambiente secco in cui vivono. Le poche piogge vengono dunque immagazzinate nel tronco che assume una forma rigonfia e fanno da scorta per la stagione secca. Un esemplare può contenere fino a 120.000 litri d’acqua.

 

I baobab sono caducifogli, ovvero perdono le foglie durante la stagione secca. I rami sono disposti a raggiera alla sommità dei tronchi e si popolano di foglie solo per pochi mesi all’anno. Nella breve epoca della fioritura, i baobab sfoggiano grandi fiori, appariscenti e molto odorosi, che si schiudono all’imbrunire e sono recettivi per una notte soltanto. I frutti hanno una forma ovoidale e racchiudono un grande seme reniforme. Sono considerati estremamente longevi e gli studiosi ritengono che alcuni esemplari abbiano mille anni. E’ tuttavia difficile stabilire con esattezza l’età di un baobab perché, a differenza di altre specie arboree, il loro legno non presenta gli anelli di accrescimento e non li si può dunque contare per individuare l’età.

 

Distinguere le singole specie di baobab non è cosa semplice, nemmeno per occhi esperti. Questi alberi possono infatti assumere forme diverse a seconda dell’ambiente in cui crescono e l’assenza di foglie e fiori durante la stagione secca complica la loro individuazione. Esiste comunque un’utile distinzione, basata sulle diverse caratteristiche morfologiche del fiore, tra il gruppo dei “brevitubi” (a cui appartengono le specie grandidieri e suarezensis) e quello dei “longitubi” (perrieri, za, madagascariensis e rubrostipa). I brevitubi hanno il tubulo staminale (che contiene il polline) del fiore corto, mentre nei longitubi è lungo. Le specie del primo gruppo hanno fiori color crema, eretti e maleodoranti; i baobab del secondo gruppo presentano invece fiori rossi e gialli, che dondolano verso il basso e hanno un piacevole profumo dolce. Le diverse caratteristiche dei fiori dei due gruppi comportano una differente modalità di impollinazione dei baobab che, in ogni caso, avviene grazie all’intervento degli animali (impollinazione zoocora). Le specie grandidieri e suarezensis si riproducono soprattutto grazie ai pipistrelli della frutta e ai lemuri notturni, ma anche per l’intervento di uccelli della famiglia dei Nettarinidi e delle api. Di contro, i baobab perrieri, za, madagascariensis e rubrostipa sono impollinati da falene notturne dotate di lunghe lingue che riescono a raggiungere il polline concentrato nella profondità del fiore.

 

I baobab più famosi e fotografati del Madagascar sono i giganteschi Adansonia grandidieri che si ergono come colonne lisce alte 30 metri sulla Avenue des Baobab, vicino a Morondava. La stessa specie in altri ambienti, come ad esempio nella boscaglia spinosa di Andavadoaka, assume un portamento completamente diverso, con alberi adulti nodosi, tendenzialmente sferici e alti 3 metri. Il grandidieri presenta una corteccia di colore rossiccio, ramificazioni solamente nei pressi della cima e chioma appiattita. In malgascio è chiamato renala o reniala che significa “madre della foresta”. Le foglie sono presenti da ottobre a maggio, mentre i fiori compaiono tra maggio e agosto. La maggior parte degli esemplari superstiti di questa specie si trova all’interno di aree agricole degradate che offrono poche opportunità di propagazione in quanto scarseggiano i loro impollinatori. Per tale motivo e per la ristrettezza del suo areale, il grandidieri è giudicato in pericolo di estinzione dalla IUCN (International Union for the Conservation of Nature, una ONG internazionale che ha compilato e tiene aggiornata una lista che classifica lo stato di conservazione di tutte le specie animali e vegetali mondiali).

 

Strettamente imparentato con il grandidieri, l’Adansonia suarezensis è una specie molto rara con pochi esemplari localizzati a nord nei dintorni di Antsiranana e tra le riserve di Ankarana e Analamera. Ha tronco  cilindrico con corteccia grigio-brunastra, alto in media 4–5 metri ma con esemplari che superano i 10 metri. I rami sono corti e tozzi e si dipartono orizzontalmente dal tronco formando una corona appiattita. I fiori sono bianchi, molto grandi e compaiono tra maggio e luglio. A causa dell’esiguità della sua popolazione e del suo habitat naturale, il suarezensis è classificato dalla IUCN come specie in pericolo di estinzione.

 

L’Adansonia perrieri è la specie di baobab più a rischio di estinzione ed è anche uno degli alberi più rari al mondo. A differenza dei suoi simili, il suo habitat naturale è rappresentato dalle foreste pluviali che in Madagascar sono purtroppo interessate da massicce pratiche di deforestazione. I pochi esemplari rimasti occupano un ecosistema particolare sulle sponde riparate di piccoli corsi d’acqua che scendono dalle Montagne d’Ambra. Il perrieri può raggiungere i 30 m di altezza e presenta un grosso tronco cilindrico al cui apice si dispone una corona irregolare di rami che si staccano dal fusto a 45 gradi. I fiori spuntano tra novembre e dicembre, hanno un colore dal giallo chiaro all’arancio e sono grandi ed intensamente profumati.

 

L’Adansonia za è forse il più fotogenico nell’evidenziare il “rovesciamento testa-piedi” tipico dei baobab. È dotato di un tronco alto dai 5 ai 30 metri, dritto e grossolanamente cilindrico, con corteccia grigia nei pressi della corona. Fiorisce da novembre a febbraio con fiori di colore giallo e rosso. Adansonia za ha il più ampio areale tra le specie di baobab presenti in Madagascar. Rispetto ai suoi simili si trova infatti in differenti habitat, dalla foresta decidua secca, a quella spinosa e alla savana e, tollerando abbastanza il freddo, occupa anche zone interne fino agli 800 metri di altitudine.

 

L’Adansonia madagascariensis è il baobab più difficile da identificare perché assume forme variabili a seconda dell’ambiente in cui cresce. In terreni fertili e con abbondanza di acqua, come all’entrata est della riserva di Ankaranana, raggiunge la ragguardevole altezza di 20 metri, mentre nei vicini rilievi carsici assume una forma tozza a pera. I fiori sono visibili tra marzo e aprile e hanno un intenso colore rosso scuro. Si trova soprattutto nel Madagascar nord-occidentale, nell’area tra Anstiranana, Sambirano e Soalala e nelle liste dello IUCN è giudicato a basso rischio di estinzione.


Il baobab di dimensioni più modeste è l’Adansonia rubrostipa che preferisce i suoli sabbiosi. Viene detto anche “baobab bottiglia” per la caratteristica forma che assume nella foresta spinosa, ma nell’area di Kirindi è più alto e slanciato con fusti cilindrici. Fiorisce tra febbraio e marzo con fiori dal giallo all’arancio, molto appariscenti e odorosi. Nell’epoca dei frutti, che sono tondi e rossi, sembra un fantasioso albero di natale. Giudicato a basso rischio di estinzione, è diffuso lungo la costa occidentale del Madagascar da Itampolo a Soalala.