Tulear o Toliara, fondata nel 1895, è la principale città del Madagascar sudoccidentale, capoluogo dell’omonima provincia e sorge poco a nord del Tropico del Capricorno. Spesso chiamata “la bianca” per la sua eccezionale luminosità, è un centro di circa 100.000 abitanti, piuttosto moderno, con bei viali alberati di tamarindo che offrono una gradita ombra nelle ore più calde. E’ un importante porto per il commercio internazionale di prodotti malgasci e possiede un aeroporto molto utilizzato dai turisti per raggiungere o lasciare il sud.

 

La città non è particolarmente interessante dal punto di vista architettonico, a parte per un paio di chiese. Ha però un vivacissimo mercato centrale e un mercato dell’artigianato in cui vale la pena fare un giro e alcuni musei che meritano una visita. Il Musée des Arts et Traditions du Sud malgache è una piccola e ben organizzata vetrina degli usi e costumi delle popolazioni del sud, del loro artigianato e dell’arte funeraria. Al Musée régional de L’Université de Toliara si può vedere un uovo di Aepyornis, un uccello gigante preistorico ormai estinto. Il  museo del mare (Musée Maritime de l’Institut des Sciences Halieutiques) conserva un esemplare di celacanto delle Comore (Latimeria chalumnae), un pesce fossile vivente dell’epoca del cretaceo che si pensava estinto e di cui nell’oceano indiano vivono ancora rarissimi esemplari.

 

Toliara è rinomata per la sua spensierata convivialità, ben rappresentata dai numerosi bar e ristoranti che ne animano le strade soprattutto al calar del sole. La città è un turbinio di colori e il suo mix di popoli e culture è davvero affascinante. In questo centro abitano infatti varie etnie, come Vezo, Mahafaly, Masikoro (un sottogruppo dei Sakalava) e Antandroy. E proprio la presenza di questi differenti gruppi etnici offre lo spunto per alcune visite dei dintorni della città alla scoperta di diverse culture di arte funeraria. Il sito più interessante da vedere si trova a circa un’ora di strada, sulla RN 7 a nord di Tulear, con varie tombe dei Mahafaly (decorate con stele di legno intagliate e dipinti raffiguranti i momenti principali della vita del defunto) e degli Antandroy (di forma rettangolare e grandezza proporzionale all’importanza del sepolto, sormontate da teschi di zebù e fantasiosamente variopinte).

 

A circa 12 km a nord, si trova inoltre l’Arboretum d’Antsokay, un giardino di 50 ettari creato da un botanico svizzero nel 1980. In una piccola superficie sono concentrate oltre 900 specie di piante, di cui il 90% endemico della regione.

 

Che decidiate o meno di soggiornare a Tulear, un passaggio dalla città sarà una tappa obbligata per chi voglia esplorare le spiagge meridionali del Madagascar, seguendo le piste a nord verso Ifaty o quelle a sud verso Anakao.